Il Sale Marino Italiano
La salina
nella storia
«Qui arrivarono i greci e poi i Romani, attirati dalle acque color del fuoco, dalla danza perpetua degli uccelli che volano nel cielo basso di nuvole tra luci e frusciare di canne al vento».
Ieri, oggi e domani. La cultura italiana del Sale
Margherita di Savoia sorge lungo la fascia costiera settentrionale pugliese, tra le aree di Barletta e di Zapponeta. La storia di questa cittadina è collegata fin dalla sua nascita alle saline e al loro utilizzo.
Nell’antichità, a Margherita di Savoia, il sale si formava in modo spontaneo all’interno di conche create da fiumi torrentizi che, trasportando una grande quantità di detriti, col passare del tempo, provocarono la formazione di tanti isolotti paralleli alla costa, dando così vita ad una laguna. La salina ha attirato poi prosperità e insediamenti e il sale è divenuto la ricchezza della città.
Le prime saline ebbero, infatti, origine nel IV secolo a.C. con una produzione di sale che veniva esportato principalmente verso Oriente, dagli illiri. I Romani nominarono la zona Lago Salpi, ovvero Lago Salato, e proprio da qui passava la Via Salaria che collegava l’Adriatico a Roma.
Un evento che causò l’interruzione della produzione e del commercio del sale fu l’avvento della malaria, che condusse tutto il territorio allo spopolamento. Solo nel 1600, grazie all’opera di bonifica della zona da parte di Carlo III di Borbone, le saline tornarono attive, diventando nella prima metà del 1700 una delle zone a più alta produzione di sale per tutto il Sud e poi per tutto il territorio nazionale finché, con l’avvento del Regno d’Italia, il Comune cambiò nome da Saline di Barletta in Margherita di Savoia, in onore della prima Regina d’Italia.
Ancora oggi, grazie alle tradizioni tramandate dai salinari nel tempo, si continua la coltivazione del sale, sempre nel rispetto della natura e dell’ecosistema, preservando e custodendo la salina più grande d’Europa e valorizzando il made in Italy.
Il territorio